Elia Viviani e Roberto Damiani nuove stelle del “muretto” di Laigueglia

Aspettando la 58^ edizione del Trofeo Laigueglia del prossimo anno nella Riviera dei Fiori resta vivo l’interesse per il ciclismo. Le visite al “muretto”, con impressi gli autografi di ciclisti famosi, non conoscono soste. Persino nelle assolate giornate di luglio e agosto i tanti turisti che frequentano la nota località turistica non disdegnano uno sguardo. “Hai visto, c’è anche……”. I nonni raccontano ai nipoti, i padri ai figli, è una storia di generazioni. Un’avventura iniziata nei mitici anni Sessanta. Chissà perché, oggi, quanto accaduto allora, ci sembra solo bello, magico, irripetibile. Forse non è così’, il nonno che racconta al nipote le imprese di Gimondi, Bitossi, Zilioli e tanti altri, fa un piacere a se stesso, per un attimo ritrova la giovinezza ormai perduta. Questo è il fascino del “muretto”, ognuno guarda un autografo e immagina solo cose belle. Insegue il sogno della vita che molto spesso assomiglia alle fughe di giornata,  tanta fatica e poche soddisfazioni.  Nei giorni scorsi la sapiente mano di Bruno Zanoni ha regalato agli appassionati due ulteriori perle targate Team Cofidis. Un omaggio ai cugini d’oltralpe che il “muretto” un po’ ce lo invidiano. La piastrella di Elia Viviani arriva qualche giorno prima di dismettere quella maglia di campione europeo su strada che non potrà difendere a Plouay (Francia). La seconda riguarda Roberto Damiani attuale ds di Viviani alla Cofidis, una vita passata sulle ammiraglie dei team più importanti. Nel 2003 con Filippo Pozzato (Fassa Bortolo) e nel 2011 con Daniele Pietropolli (Lampre) ha vinto il Trofeo Laigueglia, quindi, a pieno titolo, l’autografo può essere impresso nel “muretto”. Il legame con il borgo marinaro, va ben oltre i successi di Pozzato e Pietropolli.  La Cofidis diverse volte ha scelto Laigueglia quale buon ritiro in vista della Milano – Sanremo e Damiani, quando scende dall’ammiraglia ed inforca la bicicletta non ha dubbi sulla meta da scegliere: Laigueglia. Il ciclismo spesso fa nascere storie che vanno al di la delle due ruote e la dirigenza  della corsa ligure è orgogliosa di avere un amico come Roberto.
🇫🇷
Viviani et Damiani les nouvelles étoiles du «mur» de Laigueglia
En attendant la 58e édition du Trophée  Laigueglia l’année prochaine sur la Riviera dei Fiori, l’intérêt pour le cyclisme reste vivant.  Les visites du «mur», avec les autographes de cyclistes célèbres imprimés, ne s’arrêtent jamais.  Même aux beaux jours de juillet et août, les nombreux touristes qui fréquentent la célèbre station touristique ne dédaignent pas le regard.  “Avez-vous vu, il y a aussi …….”.  Les grands-parents racontent à leurs petits-enfants, les pères racontent à leurs enfants, c’est une histoire de générations.  Une aventure qui a commencé dans les légendaires années 60.  Qui sait pourquoi, aujourd’hui, ce qui s’est passé alors ne nous paraît que beau, magique, irremplaçable.  Peut-être que ce n’est pas comme ça », le grand-père qui raconte à son petit-fils les exploits de Gimondi, Bitossi, Zilioli et bien d’autres, se donne un plaisir, un instant il retrouve sa jeunesse perdue.  C’est le charme du «mur», tout le monde regarde un autographe et n’imagine que de belles choses.  Il poursuit le rêve de la vie qui ressemble très souvent aux évasions de la journée, tant d’efforts et peu de satisfaction.  Ces derniers jours, la main habile de Bruno Zanoni a offert aux fans deux perles supplémentaires du Team Cofidis.  Un hommage aux cousins ​​d’outre-Alpes qui nous envient un peu du «mur».  La plaque d’Elia Viviani arrive quelques jours avant d’abandonner ce maillot de champion d’Europe sur route qu’il ne pourra pas défendre à Plouay (France).  Le second concerne Roberto Damiani, actuel directeur de Viviani chez Cofidis, une vie passée sur les voiture des équipes les plus importantes.  En 2003 avec Filippo Pozzato (Fassa Bortolo) et en 2011 avec Daniele Pietropolli (Lampre) il a remporté le Trophée Laigueglia, donc, de plein droit, l’autographe peut être laissé sur le “mur”.  Le lien avec le village balnéaire va bien au-delà des succès de Pozzato et Pietropolli.  Cofidis a choisi Laigueglia à plusieurs reprises comme une bonne retraite au vu de Milan – Sanremo et Damiani, quand elle descend du vaisseau amiral et monte sur son vélo, elle n’a aucun doute sur la destination à choisir: Laigueglia.  Le cyclisme donne souvent lieu à des histoires qui vont au-delà des deux roues et la direction de la course ligurienne est fière d’avoir un ami comme Roberto.

 

Arriva Ciccone nel “muretto” di Laigueglia

I muri solitamente non sono una cosa bella, dividono, creano angoscia, impoveriscono l’uomo e non potano la civiltà, ma solo egoismo. Nel ciclismo, invece, è tutt’altra cosa, basti pensare al “muro di Grammont” in Belgio, oppure al “muro di Sormano” che si affaccia sul lago di Como. Muri che hanno fatto la storia del ciclismo. Per quanto riguarda il  “Sormano”, i belgi sono sempre stati molto più severi, ha fatto persino la storia dei “spingitori” categoria ormai in disuso, che agli inizi della seconda metà del secolo scorso, era nutritissima e, in alcuni casi, persino apprezzata dai corridori. Ma noi oggi non parliamo di un muro, bensì un “muretto”, quello di Laigueglia, dove sono impresse le firme dei ciclisti. L’ora migliore per fare una visita al “muretto” è l’alba, sperando che la nottata sia stata umida. Le piastrelle saranno bagnante, gocciolanti, sembra di vedere la fatica e il sudore dei corridori. Se poi arriva lo scirocco all’Africa, persino qualche granello di sabbia della splendida spiaggia di Laigueglia arriva a lambire il “muretto”. Fatica, sudore e polvere, per chi ama il ciclismo è pura magia. Sarà che il Trofeo Laigueglia è nato nel 1964 come una favola, da un’idea di Pino Villa, il primo vincitore è stato Guido Neri, un “indipendente”. Il giorno dopo, grazie al successo, ha trovato subito un contratto e che contratto, alla Molteni, già allora uno squadrone. Il Comune di Laigueglia non ha fretta nell’aumentare il numero delle piastrelle. Fanno bene, devono essere assaporate con cura, in quanto ognuna di esse racchiude la vita, la storia di un uomo, di un ciclista. Bisogna guardalo con calma, senza fretta carpendo l’atmosfera  dell’epoca in cui ha corso il ciclista. C’è persino quella di Fausto Coppi, scomparso giusto quattro anni prima che iniziasse l’avventura del “Laigueglia”. Non può mancare Eddy Merckx  ha vinto la corsa per due anni di fila, 1973 e 1974, si arrivava ancora in via Badarò, dopo il traguardo bisognava tirare subito i freni  per non finire contro il muro di una casa. Quanti ricordi rievoca quella di Jacques Anquetil un campione che come pochi sapeva incarnare tutti i pregi e difetti dei “cugini d’oltralpe” . Ma dal “bianco e nero” passiamo al colore. Nell’albo d’oro e sul muretto, troviamo un ligure Mirko Celestino, primo nel 2001; Filippo Pozzato, 2004, 2004 e 2013; Moreno Moser, 2012 e 2018 e tanti altri ancora. Vincitori e comprimari, tutti lì in fila sul “muretto” a ricordare la storia del “Laigueglia” e del ciclismo. Da poco è impresso Giulio Ciccone, ha vinto la corsa quest’anno, a febbraio, quando pensavamo che la pandemia fosse un tema che non ci riguardasse. La settimana dopo era già tutto cambiato. Ne arriveranno altre, da gustare con calma, c’è tempo. Il libeccio e l’umidità per segnare la fatica dei corridori non mancherà mai. A posare la piastrella, nei giorni di Ferragosto, la mitica “maglia nera” del Giro d’Italia Bruno Zanoni da sempre l’anima ispiratrice del “muretto”.